"Grazie, caro melo..."
Cari Viandanti,
dal grande vetro panoramico della mia casa in Germania guardo il giardino. Davanti a me si trova il melo secolare che fu piantato dal mio bisnonno.
Già da bambina, d’estate, mi sedevo sotto la sua verde chioma, appoggiavo la mia schiena al suo robusto tronco e gli raccontavo. Condividevo con lui le mie piccole vicissitudini quotidiane, le mie gioie e le mie tristezze e mi sembrava che il melo gioisse con me o mi consolasse laddove era necessario.
D’autunno i potenti venti e le piogge caratteristiche delle nostre pianure del Nord lo spogliavano dal suo fogliame, ma per me il melo anche d’inverno era bellissimo con i suoi rami nudi che sembravano potenti braccia rassicuranti. Sapevo che già dopo Natale qualcosa nel melo cambiava e che presto sarebbe arrivata la nuova primavera in cui la sua abbondante fioritura l’avrebbe vestito da festa. E cosi ogni primavera diventava festa anche per me.
Il vecchio melo fa parte della mia vita da sempre, mi nutre con forza vitale e mi fa leggere nel libro della Natura. Osservarlo evolversi durante le stagioni è come una contemplazione sull’Esistenza. Anche oggi, mentre scrivo, lo vedo dal vetro panoramico, i germogli pronti a sbocciare, e lo contemplo e ascolto i suoi messaggi.
È una primavera diversa, in cui un altro rappresentante dell’Esistenza ci costringe a stare all’interno delle nostre case, al contrario di ciò che avviene di solito in primavera, quando la rinascita della natura ci fa andare verso l’esterno, alla conquista di un nuovo anno solare.
Intendo il (nuovo) virus dal bellissimo nome “Corona”, questo micro-organismo così piccolo e invisibile per noi esseri umani. Eppure questo minuscolo rappresentante microcosmico sembra essere anche portatore di un messaggio assai grande e può essere collegato, grazie all’antica Legge di Corrispondenza “come sopra cosi sotto, come sotto cosi sopra” al macrocosmo e con ciò alla sfera divina, dato che “Corona” è anche il nome dell’ultimo dei sette chakra, di quel centro energetico insito in tutti noi che ci permette di entrare in contatto con il mondo spirituale e ci apre al metafisico.
A livello dell’analogia potremmo quindi vedere il Coronavirus come un invito da parte dell’Esistenza a relazionarci maggiormente con il mondo spirituale e a espandere in direzione metafisica invece di continuare a crescere a livello materiale. Non per altro il Coronavirus sta bloccando completamente la nostra economia e ci fa fare ciò che avremmo dovuto fare da tempo, ma che liberamente non avremmo mai fatto: porre un freno al progresso economico e materiale.
Il Coronavirus ci invita a rivedere i nostri valori e a comprendere che il vero progresso in questo momento esistenziale è il regresso materiale a favore di una nuova coscienza spirituale nonché della guarigione di Madre Terra e di una nuova “religio” nel senso di una riconnessione praticata con le sfere più alte del Sacro.
Coronavirus ci invita a restare a casa, a togliere quindi lo sguardo dal mondo esteriore e a direzionarlo verso il mondo interiore per trovare le risorse non più nel mondo materiale ma finalmente dentro di noi.
Ma Coronavirus ci fa anche paura e l’Egregore della paura esistenziale del collettivo è aumentato tantissimo. Si tratta di un campo energetico nocivo per il processo di consapevolezza che l’Esistenza ci richiede di fare e per chi conduce una vita consapevole diviene fondamentale, distaccarsi da quest’energia densa e lavorare per una maggiore indipendenza emotiva. Abbiamo bisogno di mantenere la nostra sovranità emotiva per affrontare i necessari passi evolutivi e per nutrire emozioni costruttive che rafforzino il nostro corpo e la nostra psiche.
Sono pratiche come la meditazione e la contemplazione che possono generare meccanismi di questo genere e che ora diventano più che mai importanti. Più che mai abbiamo bisogno di avere un luogo interiore indipendente dal tempo attuale che ci permetta di mantenere una visione neutrale e distaccata dalle vicissitudini del mondo concreto per poterci ricaricare.
Mistici di tutti i tempi hanno costruito spazi interiori dove lavorare spiritualmente e cosi abbiamo fatto anche noi nel seminario 4 di “Lungo la Via del Sé” con la costruzione della propria casa interiore. Essa, proprio in tempi scombussolanti e incerti come quelli attuali, può rappresentare la nostra vera stabilità e sicurezza, la nostra ancora esistenziale.
Invito perciò tutti coloro che l’hanno già costruita insieme a me nei seminari a frequentarla il più possibile! È il luogo più consono in questo momento attuale per pregare: per la terra, per il risveglio dell’umanità, per tutte le persone in difficoltà e per chiedere di ricevere la necessaria forza, protezione e salvaguardia.
È il luogo più adatto dove potersi ritirare e meditare sulle questioni attuali, per comprendere al meglio il compito più profondo del collettivo e di ogni singolo.
È il luogo più giusto per poter porre le nostre domande a istanze molto più grandi di noi.
È il luogo dove possiamo ricaricarci di nuova energia spirituale ricollegandoci alla grande fonte cosmica; energia spirituale necessaria per noi personalmente e per donarla al mondo in modo da nutrire un campo energetico di forza e di fiducia.
È il luogo dove possiamo ricaricare e attivare il nostro cuore e con ciò il nostro amore per noi stessi, gli altri, la terra, l’Esistenza e anche per questa primavera così particolare.
È cosi che nella casa interiore anche questa primavera può diventare una festa:
La festa del nostro risveglio spirituale! Nella casa interiore possiamo trovare tutto ciò che il Coronavirus a livello simbolico ci invita a cercare.
E il melo acconsente. È insieme a lui e al suo cospetto che qui, nelle pianure del Nord, è nata l’idea della casa interiore.
Grazie, caro melo, per essermi saggio compagno da sempre.
Grazie a tutti voi viandanti che seguite e contribuite con il vostro individuale lavoro interiore ad aumentare la coscienza del collettivo, ad aumentare la luce nel mondo.
Continuate il vostro lavoro, ora più che mai!
La casa interiore vi darà conforto, forza, stabilità, certezza e la giusta consapevolezza animica e spirituale.
Vi abbraccio e Vi auguro Buon Cammino in questo tratto di strada che può sembrare arduo ma che infine è solo rivolto all’evoluzione e al bene più grande.
Gabriele Rosemarie Paulsen
