cuscini di piume
“La vita non è stata generosa con te.” Questo ritornello mi accompagnava da ormai più di venti anni. Me lo dicevano gli altri, più o meno altri da me. I familiari, gli amici, i conoscenti, i colleghi di lavoro. La frase, poi, era accompagnata da espressioni della mimica facciale che componevano un quadro molto variegato: compassione, commozione, incitamento, sforzo per comprendere cosa passasse per la testa e nel cuore di una donna, a loro dire, semplicemente sfortunata. “Che peccato! Bella, intelligente e poi colta, anche.” Questo era il completamento ad effetto dei discorsi intercettati, mentre parlavano tra di loro.
Io mi cullavo in questa dimensione in cui ogni giorno sprofondavo sempre più, accolta da morbidi cuscini di piume da cui facevo sempre più fatica ad allontanarmi. Ma dentro, nel dentro più profondo, ogni tanto si accendeva una lucina, che per quanto piccola mi dava la spinta per conoscere altro, per provare a cambiare luogo, persone, contesti, aria …. E ci sono riuscita, nonostante il ritornello mi accompagnasse sul crinale della paralisi possibile derivante dalla consapevolezza della sfortuna che mi era attribuita. Io non mi sono mai sentita sfortunata. Piuttosto tradita, o meglio dimenticata da quel Dio che non ho mai smesso di pregare e di amare, per avere la capacità di conoscermi nel profondo e dunque trovare pace. Incontro una mattina di primavera del 2021 una donna vista soltanto una volta. Motivi di lavoro. Gli sguardi si incontrano, gli occhi parlano tra di loro di altro rispetto alle nostre bocche, fino a quando si allineano.
Da un po’ di tempo avevo letto sulla pratica della meditazione, ma non avevo interlocutori sull’argomento. Quella mattina lo avevo trovato. Mi parlava di “Lungo la via del Sé”, di Gabriele Rosemarie Paulsen. “E’ per pochi, per chi vuole intraprendere un cammino di consapevolezza.
Poche parole che sono arrivate dritte e potenti al cuore come una freccia scagliata da chilometri di distanza. Era quello che cercavo e per cui avevo pregato tanto Dio. Dopo quindici giorni io ero collegata on line con Gabriele ed il gruppo del seminario sul Ciclo dell’anno solare. Pur a distanza mi sentivo a casa. Intuivo che quel linguaggio era universale per chi volesse comprenderlo o piuttosto sentirlo. Ho iniziato il mio percorso che ancora oggi continua. Anima, Spirito, Ombra, parole che oggi mi sono familiari, mi accompagnano nel mio cammino. Il ritornello ora è dettato da loro, che mi illuminano la strada, mi allenano i muscoli delle gambe per non fermarmi, ma piuttosto andare incontro alla vita, abbracciandola senza riserve, ringraziandola per quello che mi da.
Tutto ha un senso, il caso non esiste, frasi che oggi mi rendono chiaro ciò che avevo intuito. No, non sono sfortunata. La mia anima ha fatto un pezzo del suo percorso che è stato doloroso perché necessario, mentre io sprofondavo tra i cuscini di piume. Non c’è un lieto fine in questo racconto semplicemente perché il finale non ha importanza. Ciò che conta, è costruire la storia, la propria, in coerenza con se’ stessi nel rispetto della propria essenza.
Grazie di cuore.